Il sistema di associazione automatica di Google non porta alla diffamazione

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Per il Giudice del Tribunale di Pinerolo – ordinanza del 2 maggio 2012 – non costituisce condotta diffamatoria quella posta in essere da Google nei confronti di un imprenditore il cui nome, nella ricerca automatica del portale, venga associato a parole come “indagato” o “arrestato”; ed infatti, il sistema utilizzato da Google dell’associazione automatica generata dagli algoritmi (autocomplete/suggest), non crea "un’affermazione, dovendo piuttosto essere paragonata – tenendo conto delle finalità della funzione – ad una domanda”.

Ed in effetti – spiega il giudice - l’associazione di un nome a determinati termini non dipende dalla società americana bensì unicamente dalle ricerche compiute dagli altri utenti della rete ed il servizio di Google si limita esclusivamente a rendere noto che un certo numero di fruitori di internet “si interroghi sul fatto se il ricorrente sia o meno stato coinvolto in vicende penali e voglia verificare se nel Web vi siano informazioni al proposito”.
Allegati Anche in
  • Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi, p. 29 - Abbinamenti, Google «salva»- A. Gal.

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