Le indicazioni del Lavoro per una corretta gestione degli appalti privati

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Come preannunciato dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, al Senato nel corso del dibattito sulla seconda relazione della commissione d’inchiesta sulle morti bianche, è arrivata alla firma l’attesa circolare sugli appalti privati. Si tratta di un vero e proprio vademecum che detta le regole per una corretta gestione degli appalti e dei subappalti.

La circolare contiene indicazioni sull’ottemperamento degli obblighi di legge, sul costo del lavoro e sulla tutela della salute e della sicurezza, con l’obiettivo di evitare che la “logica del massimo ribasso possa comprimere questi obblighi fondamentali”.

 Il Ministro fissa alcuni criteri per poter riconoscere quando un appalto è “genuino” e conforme alle norme di legge e quando, invece, è da considerarsi illecito, in quanto privo dei requisiti richiesti, per cui è possibile incorrere nella sanzione di 50 euro per ciascuna giornata di impiego irregolare dei lavoratori. Vi è poi anche l’ipotesi in cui l’appalto è posto in essere per eludere i diritti dei lavoratori rispetto a disposizioni inderogabili di legge o di contratto collettivo, con la conseguenza di incorrere nel reato di somministrazione fraudolente. La sanzione sale, così, a 70 euro per ciascuna giornata in cui è stato impiegato il lavoratore.

Viceversa, il contratto di appalto è da considerare “genuino” nel caso in cui è possibile individuare concretamente chi esercita il potere organizzativo e direttivo; l’utilizzo dei mezzi di proprietà del committente; l’attività appaltata; la durata del contratto e le indicazioni circa l’organizzazione dei mezzi necessari per la realizzazione dell’opera o del servizio oggetto del contratto. Inoltre, possono contare anche altri elementi ai fini della verifica come, per esempio, l’iscrizione al registro imprese, il libro giornale degli inventari, il libro unico del lavoro e il Durc.

Ma, il vero criterio distintivo di un buon contratto di appalto è rappresentato dal “rischio d’impresa”, che deve sempre essere accertato soprattutto nel caso in cui l’appaltatore opera nei confronti di un unico committente.

Altro aspetto importante trattato dalla circolare ministeriale è quello della responsabilità solidale. Negli appalti privati il termine di decadenza di due anni, entro cui azionare la responsabilità solidale negli appalti, si riferisce all’azione degli istituti di previdenza – oltre che di quella dei lavoratori e creditori - nei confronti del responsabile solidale, mentre per il datore di lavoro resta fermo il termine dei cinque anni. Negli appalti pubblici la responsabilità solidale scatta nei rapporti tra appaltatore e subappaltatore. Tale responsabilità riguarda, inoltre, tutti i lavoratori dipendenti e autonomi utilizzati negli appalti/subappalti.
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