Legittimo il sequestro delle somme derivanti dall’uso di carte di credito replicate

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Con la sentenza n. 23070 del 2010 la sezione seconda penale della Corte di cassazione ha confermato la legittimità del sequestro, disposto con decreto, del denaro ritrovato nell’abitazione di un cittadino extracomunitario, gestore di un call center, indagato per truffa, associazione a delinquere e violazione della normativa antiriciclaggio.

I giudici della Corte Suprema hanno sostenuto la liceità di quanto accertato dal tribunale, il quale aveva ricostruito che il gestore “rubava” i codici delle carte di credito usate dai clienti per poi utilizzarli per acquistare merce su siti online che poi provvedeva a rivendere ad altri soggetti ad un prezzo più basso.

Perciò il denaro ritrovato nell’abitazione del gestore indagato era il frutto dell’attività delittuosa posta in atto e non, come sosteneva la difesa, proveniente dall’attività di trasferimento di denaro che effettuava per conto delle ditte.
Anche in
  • Il Sole 24 Ore – Norme e Tributi, p. 10 - Carte di credito clonate: sì al sequestro dell'incasso – S. Pa.

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