Maternità surrogata e fecondazione eterologa. Consulta: serve una legge

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Maternità surrogata e fecondazione eterologa. Consulta: serve una legge

L’ordinamento deve garantire piena tutela all’interesse del minore al riconoscimento giuridico da parte di entrambi i componenti della coppia che ne hanno voluto la nascita e che lo hanno poi accudito, esercitando di fatto la responsabilità genitoriale.

Per tutelare i nati da maternità surrogata occorre un riconoscimento giuridico del legame tra il bambino e la coppia che se ne prende cura.

Così la Corte costituzionale nelle motivazioni della sentenza n. 33 del 9 marzo 2021, nel pronunciarsi sulla questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Cassazione in ordine all’impossibilità di riconoscere, nel nostro Paese, una sentenza straniera di attribuzione dello stato di genitori a due uomini italiani uniti civilmente, che abbiano fatto ricorso alla maternità surrogata all’estero.

Nel dichiarare inammissibile la questione lei rimessa, la Consulta ha comunque evidenziato la necessità di un indifferibile intervento del legislatore che ponga rimedio all’attuale situazione di insufficiente tutela degli interessi del minore.

Minori nati da fecondazione eterologa: vuoto di tutela

Con la sentenza n. 32, depositata sempre il 9 marzo, la Corte si è invece pronunciata in tema di fecondazione eterologa praticata da due donne all’estero ed anche in questo caso ha evidenziato l’indifferibilità di una legge per garantire ai nati pieni diritti alla cura, all’educazione, all’istruzione, alla stabilità dei rapporti affettivi

Nella decisione è stato rimarcato il grave vuoto di tutela dell’interesse del minore che sia nato da fecondazione eterologa praticata all’estero da due donne, nel caso in cui il rapporto tra queste, dopo anni, sia diventato conflittuale.

Nel caso in questione, la Corte costituzionale ha dichiarato l’inammissibilità delle questioni sollevate dal Tribunale di Padova, per quanto riguarda gli articoli 8 e 9 della Legge n. 40/2004 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita) e dell’articolo 250 del codice civile.

Per i giudici costituzionale, è compito prioritario del legislatore individuare il “ragionevole punto di equilibrio tra i diversi beni costituzionali coinvolti, nel rispetto della dignità della persona umana”, che fornisca in maniera organica, adeguata tutela ai diritti del minore “alla cura, all’educazione, all’istruzione, al mantenimento, alla successione e, più in generale, alla continuità e al conforto di abitudini condivise”.

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