No alla condanna per usura se è la vittima a proporre gli interessi esorbitanti

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Con la sentenza n. 19953 del 25 maggio 2012, la Corte di cassazione ha provveduto ad annullare, con rinvio, la misura cautelare degli arresti domiciliari disposta dai giudici di merito nei confronti di un uomo accusato del reato di usura e tentata estorsione.

I giudici di legittimità hanno ritenuto rilevanti, ai fini della propria statuizione, le dichiarazioni rilasciate dalla persona offesa anche nell’ambito di alcune telefonate intercettate dalle quali era emerso che la proposta di corresponsione di interessi usurari proveniva dalla vittima stessa.
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