Processo penale telematico, obbligo esteso: APP sospesa, criticità segnalate

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Dal 1° aprile 2025 diventa obbligatorio, nel processo penale, l'utilizzo delle modalità telematiche anche per le iscrizioni delle notizie di reato nel relativo Registro e per i depositi di atti, documenti, richieste e memorie riguardanti i giudizi abbreviati, direttissimi e immediati.

Fino al 31 marzo 2025, per tali atti, era ancora ammesso l'utilizzo di modalità non telematiche.

E' quanto disposto dal Decreto ministeriale Giustizia n. 206 del 27 dicembre 2024 che, nell'ambito del Processo penale telematico (PPT), ha introdotto un regime di “doppio binario” (analogico e telematico) per il deposito degli atti da parte dei soggetti “interni” ed "esterni" presso gli uffici giudiziari penali.

Obbligo PPT implementato dal 1° aprile 2025: criticità

Sospensione APP prorogata in diversi Tribunali

Le criticità e le problematiche legate all'estensione dell'obbligo di deposito telematico sono tuttavia diverse, per come si apprende dai provvedimenti assunti in diversi Uffici giudiziari.

I Presidenti dei Tribunali di Milano e Palermo, tra gli altri, hanno deciso di estendere fino al 30 giugno 2025 la sospensione temporanea dell'uso dell'applicativo APP per l'adozione e il deposito di atti, documenti, richieste e memorie relativi alle fasi processuali interessate.

Tale sospensione, ricordiamo, era già stata disposta a gennaio da questi Tribunali e da 85 altri Uffici giudiziari, a causa dei malfunzionamenti nei sistemi informatici, riscontrati subito dopo l'introduzione del nuovo regime per il deposito digitale degli atti penali.

OCF: criticità sui depositi telematici obbligatori dal 1° aprile

Criticità e problematiche sono state evidenziate anche dall'Organismo Congressuale Forense (OCF) in un comunicato stampa del 31 marzo 2025.

L'OCF, in particolare, ha sollevato preoccupazioni significative relative alle difficoltà pratiche ancora presenti nel sistema, difficoltà che potrebbero compromettere il diritto di difesa e il corretto svolgimento del processo.

A tal proposito, viene ricordato che a gennaio 2025, 87 Presidenti di Tribunale hanno sospeso l'applicazione del decreto nei rispettivi distretti, a causa di segnalazioni di malfunzionamenti da parte dei Referenti Distrettuali per l'Innovazione (RID) e dei Magistrati di Riferimento per l'Innovazione (MAGRIF).

Le criticità del PPT

Le principali criticità messe in evidenza dall'Organismo riguardano vari aspetti che compromettono il corretto svolgimento del processo penale telematico.

In primo luogo, i ritardi nelle iscrizioni al Registro delle Notizie di Reato sono diventati un problema significativo, poiché hanno ostacolato il regolare avvio e proseguimento dei procedimenti.

A ciò si aggiunge la mancata annotazione delle nomine, che impedisce il deposito degli atti successivi e blocca di fatto la continuità delle fasi processuali.

Un ulteriore elemento di complicazione è rappresentato dalla richiesta sistematica del certificato ex articolo 335 del Codice di Procedura Penale (CPP), che crea difficoltà amministrative e rallenta le operazioni delle parti coinvolte nel processo.

Inoltre, la mancata attivazione di alcune funzionalità essenziali del sistema telematico ha contribuito al disservizio, poiché diverse funzioni previste non sono ancora operative, impedendo una corretta gestione del flusso documentale.

Non meno rilevante è il problema del rifiuto di accettazione dei depositi: alcuni documenti sono stati respinti senza una giustificazione chiara, creando un ulteriore ostacolo per gli avvocati e le parti coinvolte nell'iter processuale.

In aggiunta, l'assenza di un atto generico rende impossibile il deposito di richieste non espressamente previste dalla normativa, limitando ulteriormente le possibilità di azione.

Infine, le diverse interpretazioni della normativa da parte dei magistrati hanno creato incertezze applicative, generando confusione nelle modalità di applicazione delle regole e aumentando l'incertezza per le parti coinvolte.

Oltre a queste difficoltà, sono messe in evidenza situazioni particolari come l'esclusione della costituzione di parte civile in alcuni uffici giudiziari se non precedentemente depositata tramite il portale telematico, e la richiesta di deposito sia cartaceo che telematico nella stessa giornata, ignorando le difficoltà di accesso al fascicolo elettronico.

L'OCF, in tale contesto, ha comunque ribadito il proprio impegno verso la digitalizzazione del sistema giudiziario.

Ha tuttavia sottolineato che tale transizione non deve compromettere le garanzie difensive e il rispetto delle regole del giusto processo.

Dall'Organismo giunge quindi il sollecito di interventi urgenti per risolvere le criticità riscontrate, auspicando una maggiore uniformità e funzionalità del sistema telematico.

Nel frattempo, l'OCF continuerà a monitorare la situazione per evitare che disservizi pregiudichino i diritti delle parti processuali.

Lettera degli avvocati penalisti

Anche l'Unione Camere Penali Italiane (UCPI) ha evidenziato numerose criticità legate all'implementazione del PPT. Tali problematiche, insieme a proposte concrete e metodologiche per risolverle, sono state dettagliatamente illustrate in una lettera inviata al Viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto.

La lettera evidenzia diversi problemi pratici e tecnici che ostacolano il corretto svolgimento del processo penale telematico. Anche in questo caso, la segnalazione è accompagnata dalla richiesta di interventi urgenti per risolvere le difficoltà.

Le problematiche rilevate

Le principali problematiche rilevate ostacolerebbero, di fatto, il corretto svolgimento del processo penale telematico.

In primo luogo, sono evidenziati problemi relativi all'inserimento dei dati necessari per le annotazioni delle nomine.

In particolare, l'errato inserimento del codice fiscale del difensore impedisce il deposito degli atti successivi, compromettendo così il diritto di difesa.

Inoltre, la gestione dei "solleciti", che dovrebbero risolvere tali lacune, si è rivelata inefficace, poiché non stanno funzionando come previsto, lasciando irrisolti i problemi tecnici e procedurali.

Un ulteriore ostacolo riguarda l'interpretazione dell'articolo 111-bis del codice di procedura penale, che limita la possibilità per le parti di presentare produzioni in udienza in formato analogico.

Questa restrizione sta creando difficoltà nell'esercizio del diritto alla prova, soprattutto per quanto riguarda la documentazione che non può essere acquisita in formato digitale, con conseguenti ripercussioni sul corretto svolgimento del processo.

Inoltre, il fascicolo informatico, pur essendo in teoria implementato, non è pienamente accessibile alle parti esterne al sistema, limitando di fatto il diritto di difesa. Viene a crearsi, così, un elemento di difficoltà, poiché il fascicolo è fruibile solo da alcuni utenti interni, mentre l'accesso per le parti esterne (avvocati, difensori, ecc.) è ancora limitato.

La lettera conclude con una richiesta di incontro con il Viceministro, auspicando un confronto con il Dipartimento per l'Innovazione Tecnologica della Giustizia, al fine di discutere le problematiche emerse e le possibili soluzioni future.

L'Unione Camere Penali Italiane ha sollecitato un'attenzione urgente a queste problematiche per garantire il corretto e puntuale esercizio del diritto di difesa nel contesto del processo penale telematico.

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