Prova a carico del lavoratore per la promozione automatica

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La Cassazione, con sentenza 11717 del 15 maggio 2013, respinge il ricorso di una dipendente che chiedeva la “promozione automatica” ex articolo 2103 del Codice civile. Si ricorda che l’articolo citato prevede che nel caso di assegnazione a mansioni superiori il lavoratore ha diritto al trattamento corrispondente all'attività svolta. Dopo un periodo stabilito dai contratti collettivi, inoltre, l'assegnazione diventa definitiva se il dipendente non ha sostituito un lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto.

La decisione sulla promozione automatica è contraria alla dipendente, che deve provare di essere stata assegnata a mansioni superiori a quelle previste per la qualifica che riveste.

La Corte, nel merito, spiega che ricade sulla dipendente l’onere della prova che lo svolgimento delle mansioni è avvenuto su posizioni lavorative prive di titolare; mentre, è a carico del datore la prova contraria che l'assegnazione era funzionale alla sostituzione di un lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto di lavoro. Il datore di lavoro, infine, non è obbligato alla prova che il lavoratore sostituito ha diritto a conservare il suo posto di lavoro.
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