Varati i 4 decreti della riforma fiscale

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Varati i 4 decreti della riforma fiscale

Come previsto, dalla riunione del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, che si è tenuta il 28 dicembre 2023, è stato dato il via libera definitivo per l'attuaizone di buona parte della riforma fiscale prevista dalla legge delega n. 111/2023. La conferma è data nel comunicato stampa di fine seduta.

SI tratta dei decreti legislativi:

  • in materia di adempimento collaborativo, ai sensi dell’articolo 17 della legge 9 agosto 2023, n. 111;
  • in materia di contenzioso tributario, ai sensi dell’articolo 19 della legge 9 agosto 2023, n. 111;
  • sulle modifiche allo Statuto del contribuente;
  • sul primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi.

Cooperative compliance

Detto provvedimento contiene disposizioni per incentivare e promuovere la trasparenza e la compliance, consentendo all’Amministrazione finanziaria di acquisire tempestivamente informazioni su operazioni potenzialmente rischiose sotto il profilo fiscale.

Nello stesso tempo il contribuente si impegna a dotarsi di un sistema certificato di controllo del rischio fiscale, ai fini di un corretto adempimento dei propri obblighi fiscali.

Per accedere al regime di adempimento collaborativo, sono state stabilite le seguenti soglie minime di ricavi o di volume di affari: 750 milioni per l’esercizio 2024, 500 milioni dal 2026 e 100 milioni dal 2028.

Rispetto al testo presentato inizialmente, si segnala una novità riguardante il rilascio della certificazione del TCF - Tax control framework – da parte di alcuni professionisti.

Insieme agli iscritti negli albi dei dottori commercialisti e degli avvocati, potranno affiancarsi gli iscritti all'albo dei consulenti del lavoro ma limitatamente alle materie di loro competenza.

Statuto dei diritti del contribuente

Principale obiettivo della riforma dello Statuto del contribuente è la valorizzazione del principio del legittimo affidamento del contribuente e del principio di certezza del diritto.

Punto centrale dell’ordinamento italiano in materia deve essere il principio del contraddittorio per il quale il cittadino deve avere la possibilità di dire la propria versione. Pertanto il diritto al contraddittorio, informato ed effettivo, è di applicazione generale e riguarda tutti gli atti autonomamente impugnabili.

La principale novità consiste nel fatto che circa l’accertamento eventualmente emanato a seguito del contraddittorio il Fisco è tenuto a motivare in ordine alle ragioni del contribuente che l’ufficio ha ritenuto di non accogliere.

Contenzioso tributario

Alcune novità contenute nella riforma del contenzioso tributario entreranno in vigore dal giorno seguente la pubblicazione del decreto.

I punti riformati sono veramente tanti: litisconsorzio, spese, comunicazioni e notificazioni, autotutela obbligatoria, discussione e udienza da remoto, sentenza in forma semplificata, lettura immediata del dispositivo, motivazione, tutela cautelare ed impugnabilità delle pronunce rese dal giudice monocratico o collegiale in primo grado, proposta di conciliazione d'ufficio, richiesta di sospensione dell'efficacia esecutiva della sentenza impugnata in appello o oggetto di revocazione e divieto di “nova” in appello.

Per altre innovazioni, la partenza è prevista dai giudizi instaurati da settembre 2024.

Con riferimento all'introduzione della sentenza in forma semplificata, è stabilito che il giudice, nei casi di manifesta fondatezza, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza del ricorso, decida, con motivazione recante un sintetico riferimento al punto di fatto o di diritto ritenuto risolutivo, ovvero, a un precedente conforme.

Riforma Irpef

Tale modulo di riforma del fisco, discusso dal Consiglio dei ministri del 19 dicembre 2023, è stato rimandato essendo necessario sbrogliare la matassa dell’esclusione dalla stretta delle detrazioni anche per le erogazioni liberali ai partiti politici.

Infatti, una novità del modulo relativo all’Irpef – che vede solo per il 2024 la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef - è stata l’introduzione di una riduzione di 260 euro della detrazione complessivamente spettante in relazione a taluni oneri sostenuti dai contribuenti che possiedono un reddito complessivo superiore a 50.000 euro.

Il 19 dicembre 2023 il Governo ha deciso eliminare dall'elenco delle detrazioni soggette alla suddetta riduzione le erogazioni liberali a favore delle Onlus, delle iniziative umanitarie, religiose o laiche, dei partiti politici e degli enti del terzo settore. Il dubbio era rimasto per le erogazioni liberali ai partiti politici.

Nel Consiglio dei ministri del 28 dicembre sarà data soluzione alla questione.

Si ricorda che la detrazione per lavoro dipendente viene portata da 1.880 a 1.955 euro mentre la no tax area viene fissata a 8.500 euro come per i titolari di reddito di pensione.

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