Rimborso 730 bloccato: perché scatta la sospensione

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Il rimborso del modello 730 non sempre arriva nei tempi previsti. Può infatti capitare che l’Agenzia delle Entrate blocchi l’accredito e avvii controlli preventivi sul contribuente. Con il provvedimento del 1° luglio 2025, n. 277593, l’Amministrazione finanziaria ha confermato e aggiornato i criteri che determinano la sospensione, stabilendo quando il rimborso può essere frenato e in quali casi invece prosegue senza intoppi.

Perché l’Agenzia delle Entrate sospende i rimborsi

La finalità del provvedimento è chiara: rendere più affidabile il sistema dei rimborsi fiscali, evitando di liquidare somme indebite e contrastando eventuali tentativi di frode. Non si tratta quindi di un blocco indiscriminato, ma di una procedura selettiva che colpisce solo le situazioni considerate a rischio.

NOTA BENE: I contribuenti “in regola” continuano a ricevere i rimborsi dal proprio sostituto d’imposta con le modalità ordinarie, mentre chi presenta anomalie viene sottoposto a verifiche più approfondite.

Cosa significa avere la “fedina fiscale sporca”

Tra i criteri che portano alla sospensione c’è la cosiddetta “fedina fiscale sporca”. L’espressione indica i contribuenti che negli anni passati hanno avuto irregolarità o comportamenti non conformi.

In questi casi, anche se il modello 730 presentato appare formalmente corretto, l’Agenzia può bloccare il rimborso per procedere a controlli più accurati.

Quando scattano i controlli preventivi

I controlli preventivi possono essere disposti in diversi casi. Se il contribuente modifica in maniera significativa la dichiarazione precompilata, incidendo sul calcolo del reddito o dell’imposta, l’Agenzia ha il potere di sospendere l’accredito per verificare la correttezza dei dati.

Lo stesso accade quando il rimborso supera i 4.000 euro oppure quando emergono incongruenze rispetto alle certificazioni uniche, ai modelli F24 o alle dichiarazioni degli anni precedenti.

Anche le informazioni trasmesse da soggetti terzi, come enti previdenziali o banche, vengono utilizzate per individuare eventuali scostamenti sospetti.

I criteri della sospensione dei rimborsi

Il provvedimento del 1° luglio 2025 definisce con maggiore precisione gli indicatori di incoerenza. Le dichiarazioni che si discostano dai dati ufficiali, che riportano oneri detraibili o deducibili non noti all’Agenzia o che provengono da contribuenti già segnalati per anomalie in passato sono considerate a rischio. In questi casi il rimborso non viene più corrisposto in automatico dal sostituto d’imposta, ma resta in sospeso fino alla conclusione delle verifiche da parte dell’Amministrazione.

Gli effetti pratici per i contribuenti

Quando scatta la sospensione, nel cassetto fiscale del contribuente compare l’avviso che il modello 730 non ha superato il controllo preventivo. L’esito non viene trasmesso al sostituto d’imposta e la liquidazione diventa competenza diretta dell’Agenzia delle Entrate.

A questo punto, il contribuente deve solo attendere: l’Amministrazione finanziaria può chiudere l’istruttoria in via automatica oppure chiedere documenti a supporto.

NOTA BENE: I tempi sono però stabiliti dalla legge: i controlli devono concludersi entro quattro mesi dalla scadenza di presentazione della dichiarazione e il rimborso, se spettante, deve essere erogato entro sei mesi.

Rimborso 730: chi riceve subito e chi deve aspettare

Il sistema si muove dunque a due velocità.

  • Chi presenta un modello precompilato senza modifiche rilevanti e con dati coerenti ottiene il rimborso in tempi rapidi, come avvenuto finora.
  • Chi invece rientra nei parametri di rischio stabiliti dal provvedimento del 1° luglio 2025 deve mettere in conto tempi più lunghi e la possibilità di dover fornire documentazione aggiuntiva.

La sospensione non è quindi una sanzione, ma una misura cautelare pensata per garantire la correttezza dei rimborsi.

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