Salario minimo garantito, arriva il sì del Consiglio europeo
Pubblicato il 05 ottobre 2022
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Dall’Unione europea arriva il via libera definitivo alla direttiva in tema di salari minimi garantiti, volta ad assicurare condizioni di vita e di lavoro dignitose e promuovere la contrattazione collettiva delle retribuzioni; lo rende noto il Consiglio europeo con comunicato stampa pubblicato ieri 4 ottobre sul proprio sito istituzionale.
Vediamo nei dettagli cosa significa.
Ambito di applicazione
La direttiva, che entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, si applicherà a tutti i lavoratori dell'UE; gli Stati membri hanno poi due anni per recepirla nel diritto nazionale, fermo restando che tale obbligo non sussiste nei Paesi in cui il salario minimo gode già di protezione grazie all'applicazione generalizzata dei contratti collettivi.
La direttiva, i punti principali
La direttiva è incentrata sui seguenti principi:
- garanzia di un tenore di vita dignitoso attraverso il salario minimo. Gli Stati membri dovranno quindi garantire che i salari applicati consentano ai lavoratori una vita dignitosa anche attraverso la determinazione di un paniere di beni e servizi a prezzi reali;
- rafforzamento della contrattazione collettiva nei Paesi in cui è coinvolto meno dell'80% dei lavoratori;
- diritto di ricorso in caso di violazione delle norme contrattuali, garantito da un monitoraggio affidabile e da controlli e ispezioni sul campo per contrastare i subappalti abusivi, il lavoro autonomo fittizio, gli straordinari non registrati o la maggiore intensità di lavoro.
Anche se la direttiva non individua un livello di salario minimo specifico che gli Stati membri devono raggiungere, demandandone la misura alle legislazioni nazionali di recepimento anche in ragione dello specifico tenore di vita, viene disposto l’aggiornamento biennale degli stessi, che diventa quadriennale per i Paesi che attuano un meccanismo di indicizzazione automatica.
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