Si devono impugnare le cartelle esattoriali inviate “automaticamente” se illegittime

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I consulenti del lavoro dell’Ancl lamentano la mancanza di aiuti per le aziende che nel corso dell’ultimo anno, caratterizzato da una conclamata “crisi”, hanno visto peggiorare la loro situazione finanziaria.

Nonostante il registrarsi di numerose iniziative legate al sostegno delle aziende e dei lavoratori in difficoltà economica, i consulenti del lavoro non possono tacere di fronte ad una situazione di notevole disagio per i contribuenti, soprattutto dopo che la direzione centrale dell’Inps ha stabilito il calendario annuale delle attività di iscrizione a ruolo dei presunti crediti insoluti a favore dell'Istituto.

Il tutto è avvenuto con messaggio n. 2332/2010, in cui sui legge che sono previsti 15 giorni in più per procedere all’iscrizione a ruolo delle presunte somme dovute all’Inps a seguito di denunce insolute ed F24 non pagati. Al di là della proroga temporale dei 15 giorni concessa, l’opinione dei professionisti è che l’Inps continua imperterrito sulla strada dell’iscrizione a ruolo di somme che avviene per effetto di automatismi temporali e che non tengono in giusta considerazione gli avvenimenti reali e gli effettivi pagamenti avvenuti.

Di fronte, quindi, all’efficienza con cui l’Istituto si adopera per curare i propri interessi e incassare i propri crediti, si contrappone l’inefficienza dei sistemi di rilevazione dei pagamenti effettuati in ritardo. Il tutto con notevoli disagi per il contribuente, ma, anche per il suo consulente del lavoro, per i quali sembra non esserci sventura maggiore di quella per cui il contribuente in situazione di difficoltà finanziaria ha pagato in ritardo (magari subito dopo la scadenza del F24). Infatti, se il debito viene pagato non entro il 16 del mese, ma nei giorni che vanno dal 17 al 31, accade che il contribuente si vede recapitare la cartella esattoriale con la richiesta di pagamento del debito (ormai) onorato, aumentato degli interessi.

A tal punto, il consulente del lavoro, che gestisce i rapporti con l’Istituto, deve intervenire evidenziando che il debito è stato regolarmente onorato, richiedendo così l’annullamento della procedura. Il tutto a sue spese.

L’Ancl si è fatta carco di questo “impasse” per spingere tutti i consulenti del lavoro a trovare delle soluzioni utili per ovviare ai suddetti problemi di natura burocratica che aggravano la posizione dei contribuenti, dato che, molte volte, l’azione intrapresa dalla burocrazia è in conflitto con l’esigenza dell’utenza.

Riguardo al caso esaminato, dunque, si invitano tutti i consulenti del lavoro ad intervenire ed affrontare le conseguenze rivenienti da un procedura di addebito contributivo che presenti degli elementi di illegittimità per i quali si rende necessario produrre le dovute contestazioni. L’invito per gli studi professionali, data l’alta percentuale di cartelle esattoriali illegittime che “automaticamente” vengono emesse dall’Inps (sei cartelle su dieci), è quello di stipulare una convenzione con un bravo legale, che impugni in giudizio le cartelle illegittime. A sua volta si prospetta l’invio all’Inps di una lettera all’atto della ricezione di un avviso bonario (anche a mezzo e-mail) in cui si può richiedere l’annullamento della cartella di pagamento, se illegittima, con notevoli risparmi di tempo e costi per tutti.

Anche in
  • ItaliaOggi, p. 29 – Con l’Inps bisogna reagire – a cura dell’Ancl

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