SPECIALE ASSUNZIONI | Decontribuzione Sud: perchè piace (e conviene) alle aziende

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SPECIALE ASSUNZIONI | Decontribuzione Sud: perchè piace (e conviene) alle aziende

Si chiama Decontribuzione Sud ed è l'agevolazione contributiva per l’occupazione nelle aree svantaggiate del territorio nazionale.

Introdotta nel 2020, in piena pandemia COVID, dal decreto Agosto, con l'obiettivo di dare ossigeno all'occupazione in aree critiche del nostro Paese, l'agevolazione è stata rimodulata nel 2021 dalla legge di Bilancio 2021, che ne ha esteso l’applicazione fino al 2029.

Dall'ultimo “Focus sulle agevolazioni contributive per le assunzioni e le variazioni contrattuali” dell'INPS, pubblicato lo scorso 22 dicembre, emerge con tutta evidenza la centralità di Decontribuzione Sud nel panorama delle politiche di incentivo all’occupazione.

Nel 2021 il forte aumento del numero di rapporti agevolati è stato fondamentalmente dovuto al successo dell'esonero contributivo in parola. Il 61% dei rapporti di lavoro, complessivamente pari a 2,9 milioni tra nuovi e già in essere, sono stati infatti agevolati con Decontribuzione Sud e di questi il 66% con contratti a tempo indeterminato. Dati che sembrano trovare conferma anche nei primi 9 mesi del 2022.

Ma perché Decontribuzione Sud incontra il favore dei datori di lavoro? Quali vantaggi offre nel dettaglio?

Analizziamo l'agevolazione contributiva operativa nel 2023.

ATTENZIONE:  Con comunicato stampa del 22 novembre 2023, il Ministero del lavoro ha reso noto che la Commissione Europea ha prorogato, fino al 30 giugno 2024, il Temporary Framework Ucraina. La proroga, ha sottolineato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, apre a una procedura più rapida e semplificata per la “richiesta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di autorizzare l’estensione della durata dell’esonero contributivo per sostenere le imprese dell’Italia Meridionale. L’agevolazione, introdotta dalla legge n. 178 del 2020 (Legge di Bilancio 2021) prevede, con riferimento ai rapporti di lavoro dipendente, un esonero contributivo del 30% in favore dei datori di lavoro privati con sede in una delle Regioni del Sud”.  

Decontribuzione Sud 2023: quadro generale

L'agevolazione contributiva Decontribuzione Sud è stata introdotta dal decreto Agosto (articolo 27, comma 1, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126) per il periodo dal 1° ottobre al 31 dicembre 2020.

Successivamente la legge di Bilancio 2021 (articolo 1, commi 161-168, della legge 30 dicembre 2020, n. 178) ne ha esteso l'operatività fino al 31 dicembre 2029, modulando la misura dell'esonero contributivo in base al periodo agevolato (30% fino al 31 dicembre 2025, 20% per gli anni 2026 e 2027 e 10% per gli anni 2028 e 2029).

La Decontribuzione Sud non ha natura di incentivo all’assunzione in quanto spetta in relazione a tutti i rapporti di lavoro subordinato, sia instaurati che instaurandi, diversi dal lavoro agricolo e domestico, a condizione che la prestazione lavorativa si svolga in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.

Con specifico riferimento al 2023 l'INPS ha emanato il messaggio n. 4593 del 21 dicembre 2022.

I datori di lavoro interessati possono fruire dell’agevolazione contributiva esponendo i dati del beneficio spettante nel flusso Uniemens (circolare n. 90 del 27 luglio 2022).

Decontribuzione Sud 2023: autorizzazione UE e massimali di aiuto concedibili

La decontribuzione in trattazione è concessa previa autorizzazione della Commissione europea.

Si fornisce di seguito lo storico delle autorizzazioni concesse e le misure di aiuto di Stato (Temporary Framework o Temporary Crisis Framework) a cui fare riferimento.

A tal proposito è importante rilevare che il massimale di erogazione degli aiuti ricompresi nel nuovo Temporary Crisis Framework è stato innalzato a 300.000 euro per le imprese attive nei settori della pesca e dell'acquacoltura e a 2 milioni di euro per tutte le altre imprese ammissibili al regime di aiuti esistente.

I nuovi massimali si applicano anche agli aiuti concessi nell’ambito della precedente versione del c.d. Temporary Crisis Framework.

Autorizzazioni UE e aiuti di Stato

Periodo di riferimento

Autorizzazione UE

Quadro di aiuti di Stato

Fino al 30 giugno 2022

Decisione C(2022) 171 final 11 gennaio 2022

Sezione 3.1 della comunicazione della Commissione europea C(2020) 1863 final del 19 marzo 2020, e successive modificazioni, recante “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell’attuale emergenza del COVID-19” (c.d. Temporary Framework)

Luglio 2022 – dicembre 2022

Decisione C(2022) 4499 final del 24 giugno 2022

Sezione 2.1 del Temporary Crisis Framework delle condizioni della comunicazione C(2022) 1890 final del 23 marzo 2022, recante “Quadro temporaneo di crisi per misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina”, e successive modificazioni (c.d. Temporary Crisis Framework o TCF) (*)

Fino 31 dicembre 2023

 

Decisione C(2022) 9191 final del 6 dicembre 2022

Sezione 2.1 del Temporary Crisis Framework delle condizioni della comunicazione C(2022) 1890 final del 23 marzo 2022, recante “Quadro temporaneo di crisi per misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina”, e successive modificazioni (c.d. Temporary Crisis Framework o TCF), nella nuova versione con massimali di erogazione degli aiuti aumentati

(*) I nuovi massimali si applicano anche agli aiuti concessi nell’ambito della di questa versione del c.d. Temporary Crisis Framework.

NOTA BENE: Se un datore di lavoro opera in più settori per i quali si applicano massimali diversi, per ciascuna di tali attività dovrà essere rispettato il relativo massimale di riferimento e non potrà, comunque, mai essere superato l'importo massimo complessivo di 2 milioni di euro per datore di lavoro.

Decontribuzione Sud 2023: rapporti di lavoro agevolati

Come in precedenza detto, l’agevolazione Decontribuzione Sud non ha natura di incentivo all’assunzione in quanto spetta per tutti i rapporti di lavoro subordinato, sia instaurati che instaurandi, diversi dal lavoro agricolo e domestico, purché la sede di lavoro sia collocata in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

 

Nozione di sede di lavoro: come si identifica?

Regola generale

La sede di lavoro è di regola identificata con l’unità operativa presso cui sono denunciati in Uniemens i lavoratori.

Somministrazione di lavoro

In caso di somministrazione di lavoro la sede di lavoro va individuata nel luogo di effettivo svolgimento della prestazione.

1) Se il lavoratore svolge la propria prestazione lavorativa presso un utilizzatore ubicato nelle regioni del Mezzogiorno, Decontribuzione Sud può essere riconosciuta a prescindere da dove effettivamente abbia sede legale o operativa l’Agenzia di somministrazione.

2) Se il lavoratore è dipendente di un’Agenzia di somministrazione che abbia sede legale o operativa in regioni del Mezzogiorno, ma svolga la propria prestazione lavorativa presso un utilizzatore ubicato in regioni differenti, Decontribuzione Sud non può essere riconosciuta.

Lavoro marittimo

Le imprese armatoriali possono beneficiare dell’esonero contributivo per i lavoratori marittimi imbarcati su navi iscritte nei compartimenti marittimi ricadenti nelle regioni svantaggiate.

Decontribuzione Sud 2023: datori di lavoro agevolati

Possono accedere all'agevolazione contributiva i datori di lavoro privati, anche non imprenditori, (con le esclusioni di cui infra) con sede di lavoro in una delle regioni ammesse (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

L'aiuto può essere concesso se le imprese destinatarie risultino essere state colpite direttamente o indirettamente dalla crisi ingenerata dall'aggressione russa all'Ucraina, anche se versano in una condizione di difficoltà.

ATTENZIONE: Non è richiesto, invece, che l'aiuto sia necessariamente ricollegato a un aumento dei prezzi dell'energia.

Non possono accedere a Decontribuzione Sud:

  • i datori di lavoro del settore agricolo e i datori di lavoro domestico;
  • gli enti pubblici economici;
  • gli istituti autonomi case popolari trasformati in enti pubblici economici ai sensi della legislazione regionale;
  • gli enti trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico, per effetto di procedimenti di privatizzazione;
  • le ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato, in quanto prive dei requisiti per la trasformazione in aziende di servizi alla persona (ASP), e iscritte nel registro delle persone giuridiche;
  • le aziende speciali costituite anche in consorzio;
  • i consorzi di bonifica;
  • i consorzi industriali;
  • gli enti morali;
  • gli enti ecclesiastici;
  • le imprese operanti nel settore finanziario;
  • le imprese soggette a sanzioni adottate dall’UE.

Decontribuzione Sud 2023: esonero pari al 30%

L'agevolazione consiste in un esonero pari, per il 2023, al 30% della contribuzione complessivamente dovuta dal datore di lavoro per i rapporti di lavoro subordinati instaurati e instaurandi in una delle regioni ammesse, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL.

Non sono sgravabili:

  • i contributi, se dovuti, al “Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all’articolo 2120 del codice civile”;
  • i contributi, se dovuti, ai Fondi di solidarietà e al Fondo di solidarietà territoriale intersettoriale della Provincia autonoma di Trento e al Fondo di solidarietà bilaterale della Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige (articoli 26, 27, 28, 29 e 40 del D.Lgs 14 settembre 2015, n. 148);
  • i contributi, se dovuti, al Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale;
  • i contributi per il finanziamento dei Fondi interprofessionali per la formazione continua;
  • la contribuzione che non ha natura previdenziale e le contribuzioni solidaristiche.

Decontribuzione Sud 2023: condizioni

Non essendo un incentivo all'assunzione, l'agevolazione non è soggetta all'applicazione dei principi generali in materia di incentivi all'occupazione (articolo 31 del D.Lgs. 14 settembre 2015, n. 150).

Il datore di lavoro, per beneficiarne, deve essere in possesso del DURC e rispettare le altre condizioni previste dall'articolo 1, comma 1175, della legge n. 296/2006, ossia:

- assenza di violazioni delle norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro e rispetto degli altri obblighi di legge;

- rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali, nonchè di quelli regionali, territoriali o aziendali, sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Decontribuzione Sud: punti di forza e limiti

 

Punti di forza

Limiti

Rapporti di lavoro agevolati

Spetta in relazione a tutti i rapporti di lavoro subordinato, sia instaurati che instaurandi

La prestazione lavorativa deve svolgersi in una delle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia

Datori di lavoro agevolati

Spetta ai datori di lavoro privati anche non imprenditori

Sono esclusi i datori di lavoro del settore agricolo, i datori di lavoro domestico, le imprese operanti nel settore finanziario, le imprese soggette a sanzioni adottate dall’UE, gli enti pubblici economici e altri enti generalmente beneficiari di agevolazioni contributive.

Massimali di incentivo

Non è soggetta a un tetto individuale massimo mensile, come previsto per altre agevolazioni contributive

E' subordinata all'autorizzazione UE e vanno rispettati specifici massimali previsti dalla normativa UE in materia di aiuti di Stato

Esonero contributivo

Esonero pari, per il 2023, al 30% della contribuzione complessivamente dovuta dal datore di lavoro

Sono esclusi i premi e i contributi dovuti all’INAIL nonché la contribuzione minore

Condizioni

Non è soggetta all'applicazione dei principi generali in materia di incentivi all'occupazione (articolo 31 del D.lgs. 14 settembre 2015, n. 150).

Pertanto (per indicare un vantaggio fra tutti) l’assunzione può anche costituire attuazione di un obbligo preesistente, stabilito da norme di legge o della contrattazione collettiva.

 

Cumulo con altri incentivi

E' cumulabile, nei limiti della contribuzione datoriale dovuta, con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti, ivi compresi:

  • i benefici contributivi che si sostanziano in incentivi all’assunzione. L'INPS riporta come esempio l'incentivo all’assunzione di over 50 disoccupati da almeno 12 mesi, pari al 50% dei contributi datoriali dovuti, disciplinato dall’articolo 4, commi da 8 a 11, della legge 28 giugno 2012, n. 92
  • incentivi di tipo economico. L'INPS riporta come esempio, l'incentivo all’assunzione di disabili, disciplinato dall’articolo 13 della legge 12 marzo 1999, n. 68, e l'incentivo all’assunzione di beneficiari di NASpI, disciplinato dall’articolo 2, comma 10-bis, della legge n. 92/2012

Trova applicazione solo in via residuale sulla contribuzione residua datoriale

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