Apprendisti e tirocinanti, le nuove maschere di carnevale

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Apprendisti e tirocinanti, le nuove maschere di carnevale

Sebbene Arlecchino, Colombina e Pulcinella abbiano perso un po’ di terreno a vantaggio di Spiderman, Violetta e Peppa Pig, il business delle maschere e degli scherzi di carnevale non sembra subire alcuna flessione.

E così, tra canini da vampiro, nasi da clown e make-up color puffo, all’interno del mega negozio “(B)urla disperate” opera come commesso anche Bartoccio, in virtù di un rapporto di tirocinio extracurricolare.

A un certo punto, nel punto vendita entrano di punto in bianco due ispettori del lavoro travestiti da avventori, che impiegano poco tempo per fare il punto della situazione: “Cinque dipendenti con contratto a tempo indeterminato, un paio di apprendisti e un tirocinante… Punto!”, conclude rapidamente un funzionario.

Dopo aver acquisito le dichiarazioni di tutto il personale, gli ispettori incontrano il titolare dell’attività commerciale, che spiega loro di essersi attenuto formalmente a quanto previsto dalla normativa in tema di bonus sulle assunzioni del Programma Garanzia Giovani (Decreto Direttoriale della Direzione Generale per le politiche attive e i servizi per il lavoro e la formazione del 2 dicembre 2016, prot. 39/394): “Al termine del periodo previsto, il tirocinio sarà trasformato in apprendistato e Bartoccio proseguirà a svolgere le mansioni di commesso – spiega il titolare – così il ragazzo verrà stabilizzato e io potrò godere dei benefici derivanti dal super incentivo occupazionale come permesso dalla normativa”.

“Abbiamo qualche dubbio – affermano con atteggiamento socratico gli ispettori – un tirocinante svolge per un anno un percorso formativo, non riceve retribuzione ma solo un indennizzo e alla fine gli viene proposto un ulteriore percorso formativo, con progetto analogo e con mansioni sostanzialmente simili, e con una retribuzione fino a due livelli inferiore rispetto alla qualifica che dovrebbe conseguire… se l’apprendistato non migliora la professionalità di Bartoccio, l’operazione non ci sembra lecita (cfr. artt. 1322 e 1344 c.c.).

“Sappiamo che in questo periodo carnascialesco si ripropone il detto ‘semel in anno licet insanire’ – proseguono i funzionari ispettivi – ma qui ci sembra che le ‘pazzie’ del carnevale non finiscano mai: il dipendente è mascherato da apprendista, l’apprendista si traveste da tirocinante, il datore di lavoro indossa i panni dell’agnello…”.

Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza

Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

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