Colf, baby-sitter e badanti stranieri: nel decreto immigrazione una quota ad hoc

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Colf, baby-sitter e badanti stranieri: nel decreto immigrazione una quota ad hoc

Prosegue l'iter parlamentare per la conversione in legge del decreto Immigrazione, ribattezzato decreto Cutro.

Il disegno di legge di conversione del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante norme in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare, è stato assegnato alla 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali) del Senato il 14 marzo 2023 e annunciato nella seduta del 15 marzo 2023.

Lo scorso 27 marzo è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno, che la Commissione si appresta ora a vagliare in sede referente a seguito della loro illustrazione conclusasi nella seduta del 29 marzo.

La discussione generale del provvedimento è calendarizzata, in Aula, al Senato, nella settimana dal 18 al 20 aprile 2023.

Tra i 125 emendamenti (e 11 ordini del giorno) presentati vale la pena, per l'importanza che lo stesso riveste, segnalare l'emendamento che interessa i lavoratori domestici stranieri (colf, baby-sitter e badanti), i “grandi” esclusi dalle quote massime di ingresso di lavoratori stranieri previste in base al decreto Flussi 2022 (DPCM 29 dicembre 2022).

Decreto Flussi 2022 senza quote per i lavoratori domestici

Lo scorso 27 marzo è partito il click day del decreto Flussi 2022.

Le domande di nulla osta al lavoro ricevute sono state tantissime e hanno superato nettamente la quota complessiva massima di 82.705 cittadini stranieri residenti all'estero ammessi in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, stabilita dal decreto Flussi 2022.

Il provvedimento però non prevede, anche quest'anno, una quota riservata agli ingressi per il settore domestico. A segnalarlo sono state le associazioni di categoria. In particolare, Assindatcolf, l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico, con comunicato stampa dello scorso 25 marzo, ha evidenziato come ancora una volta il settore del lavoro domestico sia rimasto fuori dalla possibilità di regolarizzare collaboratori domestici.

“L’ultimo strumento messo a loro disposizione”, si legge nel comunicato, “è stato la sanatoria per colf e badanti del 2020, rimasta peraltro incompiuta. Da circa 12 anni – escludendo la parentesi del 2020 – non vengono aperti canali di ingresso regolari per coloro che vogliono venire nel nostro Paese a svolgere attività domestiche. I cosiddetti decreti flussi annuali non contemplano quote per il comparto domestico dal 2011”.

Assindatcolf sollecita, per il prossimo triennio 2023-2025, l’apertura di canali di ingresso regolari anche per il comparto domestico con la previsione di una quota commisurata al fabbisogno di manodopera nel mercato del lavoro domestico secondo le stime contenute in un documento redatto dal Centro Studi e Ricerche Idos, inviato alle Commissioni parlamentari impegnate nell'esame del disegno di legge di conversione del decreto immigrazione e discusso, dalla stessa Associazione, nel corso dell'audizione parlamentare del 21 marzo 2023.

Fabbisogno aggiuntivo di manodopera straniera nel comparto domestico

Lo studio commissionato da Assindatcolf e illustrato nel corso dell'audizione stima (ipotesi mediana) in 1.328.000 le persone che, nel 2022, hanno avuto necessità di personale straniero per l’assistenza familiare (circa 651.000 badanti e oltre 677.000 colf o baby-sitter).

Considerando il costante incremento della popolazione anziana, tale platea è prevedibile cresca nei prossimi 3 anni fino a sfiorare, nel 2025, il valore di 1.402.000, di cui 687.000 badanti e 715.000 colf o altri lavoratori domestici.

Sulla base di questi dati, si è giunti a stimare una quota necessaria di manodopera straniera aggiuntiva, nel triennio 2023-2025, oscillante tra i 74.000 (ipotesi mediana) e gli 89.000 lavoratori (ipotesi massima), per una media di 25/30.000 di nuovi inserimenti annui. Sottraendo, evidenzia Assindatcolf, a tali numeri la quota coperta da lavoratori stranieri comunitari, il fabbisogno di manodopera aggiuntiva nel triennio si attesterebbe, per i lavoratori non comunitari, intorno a un numero compreso tra circa 57.000 e 68.000, per una media annua di 19/23.000 nuovi inserimenti (21.000 il termine intermedio).

Assindatcolf ha esortato il Governo e il legislatore a prevedere una quota aggiuntiva di lavoratori stranieri dall’estero che tenga conto della predetta stima. Quota che, aggiunge l'Associazione, potrebbe contribuire peraltro a contrastare il dilagante fenomeno dell’impiego in nero dei lavoratori stranieri nel settore domestico.

La soluzione nella conversione del decreto immigrazione

La risposta del legislatore non si è fatta attendere. La senatrice Gelmini ha infatti presentato un emendamento (il n. 1.9) che prevede una quota di ingressi riservata per il settore del lavoro domestico.

L'emendamento dispone di inserire, dopo il comma 3 dell'articolo 1 del decreto immigrazione, recante misure per la programmazione dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri, il comma 3-bis.

Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che stabilirà, non più annualmente ma per il triennio 2023-2025, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, dovrà destinare una quota di ingressi anche al lavoro domestico e tale quota dovrà essere pari almeno al 20% degli ingressi complessivamente stabiliti.

Un primo traguardo. Si attende ora di conoscere l'esito delle votazioni.

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