Mobilità in deroga: controlli automatizzati dall'Inps

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Con il messaggio n. 3205 del 27 ottobre 2025, l’INPS ha fornito un importante aggiornamento in materia di trattamenti di mobilità in deroga per i lavoratori impiegati nelle aree di crisi industriale complessa.

Mobilità in deroga nelle aree di crisi industriale complessa

Destinatari 

I destinatari del trattamento di mobilità in deroga disciplinato dal Messaggio INPS n. 3205/2025 sono i lavoratori che operano in aree di crisi industriale complessa, riconosciute ai sensi dell’articolo 27 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83.

Rientrano in questa categoria le aree territoriali caratterizzate da situazioni di grave recessione economica o industriale, in cui si è verificata la cessazione o la forte riduzione dell’attività produttiva di aziende strategiche per il tessuto economico locale.

Per poter accedere alla prosecuzione del trattamento di mobilità in deroga, i lavoratori devono:

  • risultare beneficiari di un trattamento di mobilità ordinaria o in deroga alla data del 1° gennaio 2017;
  • essere inclusi in un piano regionale di politiche attive del lavoro, predisposto e comunicato dalla Regione al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

La ratio della norma è garantire continuità di reddito ai lavoratori coinvolti nei processi di ristrutturazione industriale, assicurando al contempo l’attivazione di percorsi di reinserimento lavorativo mediante le politiche attive.

Le Regioni, in tal senso, svolgono un ruolo essenziale nella definizione dei criteri di selezione, nella programmazione delle risorse e nella trasmissione dei dati ai fini dell’autorizzazione da parte del Ministero e dell’INPS.

Condizioni

Il riconoscimento della mobilità in deroga nelle aree di crisi industriale complessa è subordinato a una serie di condizioni procedurali e finanziarie, dettagliate nel Messaggio INPS n. 3205/2025.

1. Presentazione del piano regionale di politiche attive. Ogni Regione interessata deve elaborare un piano di politiche attive del lavoro, contenente:

  • le misure di accompagnamento al lavoro (formazione, riqualificazione, orientamento);
  • l’elenco nominativo dei lavoratori beneficiari, corredato dai relativi codici fiscali;
  • le date di cessazione del precedente trattamento e il periodo di prosecuzione richiesto (data di inizio e data di fine);
  • il costo complessivo stimato del trattamento.

Il piano deve essere trasmesso al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che effettua una valutazione in merito alla sostenibilità finanziaria e alla coerenza delle misure proposte con le finalità del programma nazionale.

2. Comunicazione e validazione da parte del Ministero del Lavoro. A seguito della valutazione positiva, il Ministero comunica all’INPS e alla Regione interessata la possibilità di procedere con l’autorizzazione dei trattamenti. L’autorizzazione deve essere formalizzata tramite decreto regionale di concessione, conforme al parere ministeriale e contenente l’elenco dei beneficiari approvati, la durata del trattamento e gli importi concessi.

3. Erogazione subordinata alla sostenibilità finanziaria regionale. L’INPS provvede all’erogazione dei trattamenti nei limiti delle risorse finanziarie disponibili per ciascuna Regione.
Ciò significa che, anche in presenza di un piano approvato, il pagamento può avvenire solo entro i tetti di spesa stabiliti, seguendo l’ordine cronologico di trasmissione dei decreti regionali.
Questo principio di equilibrio finanziario garantisce una gestione equa e sostenibile delle risorse pubbliche, evitando sovrapposizioni o duplicazioni nei benefici.

Le nuove modalità di controllo INPS

Il fulcro delle nuove modalità di controllo risiede nell’utilizzo del Sistema Informativo Percettori (SIP), la piattaforma digitale che gestisce lo scambio di informazioni tra le Regioni, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’INPS.

Il SIP è già da tempo lo strumento operativo per la trasmissione dei flussi relativi ai trattamenti di sostegno al reddito, ma con il Messaggio n. 3205/2025 viene potenziato e integrato con nuovi controlli automatizzati, volti a garantire maggiore affidabilità nella fase di autorizzazione e di erogazione dei benefici.

Il nuovo sistema consente di verificare, in tempo reale, la coerenza dei dati trasmessi dalle Regioni rispetto a quanto precedentemente comunicato al Ministero del Lavoro.

In particolare, al momento dell’invio dei file regionali tramite SIP, vengono attivati controlli automatici che analizzano le informazioni relative ai singoli lavoratori, confrontando i dati contenuti nei flussi regionali con quelli approvati dal Ministero in sede di validazione dei piani di politiche attive.

Questa innovazione rappresenta un cambio di paradigma nella gestione delle mobilità in deroga.

Prima dell’introduzione del sistema automatizzato, le verifiche di coerenza avvenivano tramite controlli manuali, con il rischio di errori, duplicazioni o ritardi nell’erogazione dei trattamenti.

Grazie al SIP, invece, la verifica è immediata, digitale e standardizzata, consentendo alle Regioni di ricevere tempestivamente un riscontro sull’esito dell’elaborazione del flusso e di intervenire rapidamente in caso di anomalie.

Dal punto di vista operativo, il processo prevede le seguenti fasi.

  1. La Regione trasmette tramite SIP il flusso contenente l’elenco dei beneficiari, i codici fiscali, i periodi di trattamento e le informazioni economiche correlate.
  2. Il sistema confronta automaticamente i dati con quelli presenti nella comunicazione ministeriale, verificando che i beneficiari e i periodi indicati corrispondano alle autorizzazioni approvate.
  3. In caso di discrepanze, il SIP restituisce un messaggio di errore automatico, che segnala la natura dell’anomalia e consente alla Regione di correggere il file e reinviarlo.

L’introduzione di questi controlli consente di ridurre i tempi di verifica, aumentare la trasparenza amministrativa e garantire una maggiore uniformità tra le diverse Regioni italiane, assicurando così un’applicazione omogenea della normativa nazionale.

Tipologie di controlli automatizzati introdotti

Il Messaggio INPS n. 3205/2025 dettaglia tre principali tipologie di controlli automatizzati implementati nel Sistema Informativo Percettori (SIP), che rappresentano i nuovi standard di validazione per i flussi regionali.

Tali controlli riguardano:

  1. la coerenza dei dati tra flussi regionali e comunicazioni ministeriali;
  2. la continuità temporale dei trattamenti di mobilità;
  3. la verifica dell’esistenza di precedenti trattamenti a favore del beneficiario.

Ciascuna di queste verifiche risponde a una specifica esigenza di accuratezza e tracciabilità dei dati, in linea con l’obiettivo generale dell’INPS di rafforzare la sicurezza informativa e l’efficienza delle procedure amministrative.

Controllo di coerenza dei dati

Il primo e più importante dei nuovi controlli introdotti è quello relativo alla coerenza dei dati. Al momento della trasmissione del flusso informativo da parte della Regione, il SIP effettua una verifica automatica del codice fiscale del lavoratore e del periodo di trattamento rispetto ai dati approvati dal Ministero del Lavoro.

In pratica, il sistema confronta le informazioni presenti nel file regionale con quelle inserite nella comunicazione ministeriale di autorizzazione. Se il periodo indicato nel flusso regionale non coincide o non è compreso nell’intervallo temporale approvato dal Ministero, il sistema genera il seguente messaggio di errore: “Il periodo indicato non è coerente con quanto comunicato al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.”

Questo controllo è fondamentale per evitare la concessione di trattamenti non conformi alle decisioni ministeriali o per periodi non autorizzati.

Inoltre, nel messaggio di errore restituito, il SIP indica anche l’ultima comunicazione trasmessa all’Istituto, consentendo alla Regione di verificare rapidamente la fonte dell’incongruenza.

L’esito negativo del controllo obbliga la Regione a correggere i dati e a procedere con un nuovo invio del flusso aggiornato.

Dal punto di vista operativo, questa procedura automatica riduce in modo significativo gli errori legati alla gestione manuale dei dati e garantisce la perfetta corrispondenza tra le informazioni contenute nei decreti regionali e quelle validate dal Ministero.

Controllo di continuità del trattamento

Il secondo livello di verifica riguarda la continuità del trattamento di mobilità. Questo controllo assicura che il nuovo periodo di mobilità concesso a un lavoratore sia contiguo al precedente, senza interruzioni temporali ingiustificate.

Per ogni codice fiscale indicato nel flusso, il SIP verifica la data di fine del precedente trattamento e la confronta con la data di inizio del nuovo periodo.

Se la nuova data di inizio non è immediatamente successiva alla precedente data di fine, o se non è rispettata la regola di continuità richiesta dalla normativa, il sistema restituisce il seguente messaggio di errore: “Data di inizio trattamento non valida, deve essere garantita la continuità rispetto alla data di fine ultimo trattamento concesso.”

Questo controllo è essenziale per garantire che la prosecuzione del trattamento avvenga senza soluzione di continuità, come previsto dall’articolo 53-ter del D.L. n. 50/2017, e che non si generino periodi scoperti o sovrapposizioni tra più prestazioni.

Inoltre, contribuisce a mantenere la correttezza contabile e la trasparenza nell’uso delle risorse finanziarie regionali destinate ai trattamenti di mobilità in deroga.

Verifica dell’esistenza di trattamenti precedenti

Il terzo controllo introdotto riguarda la verifica dell’esistenza di precedenti trattamenti di mobilità per il lavoratore indicato nel flusso regionale. Il SIP controlla se il codice fiscale del beneficiario risulta già presente negli archivi INPS come percettore di un trattamento di mobilità ordinaria o in deroga.

Nel caso in cui il lavoratore non risulti beneficiario di alcun trattamento precedente, la procedura restituisce il seguente messaggio di errore: “Il lavoratore non risulta beneficiario di precedenti trattamenti di mobilità.”

Questo meccanismo serve a prevenire errate attribuzioni di benefici a soggetti che non possiedono i requisiti richiesti dalla legge e a garantire che le risorse siano destinate esclusivamente ai lavoratori aventi diritto. Si tratta di un controllo di tipo preliminare e di validazione anagrafica, che rafforza l’affidabilità dei dati e consente una gestione più sicura dei fondi pubblici.

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