Sicurezza energetica del Paese e ricostruzione post-calamità

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Sicurezza energetica del Paese e ricostruzione post-calamità

Il Consiglio dei ministri che si è riunito martedì 5 dicembre 2023 ha approvato, tra le altre cose, anche:

  1. alcune modifiche e integrazioni al provvedimento già approvato lo scorso 27 ottobre, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia;
  2. uno schema di disegno di legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità;
  3. un disegno di legge recante le deleghe per la semplificazione normativa.

Sicurezza energetica del Paese, passaggio al mercato libero

Il CdM ha approvato lo scorso 27 novembre un nuovo Decreto Energia, cioè un provvedimento che introduce disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia.

Per approfondire si rinvia al post: “Decreto Energia, incentivi per rinnovabili”.

Come sostenuto dallo stesso ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, il provvedimento mira a trasformare l’Italia nel punto di riferimento del Mediterraneo per lo sfruttamento dell’energia pulita.

Infatti, grazie all’investimento di 27,4 miliardi di euro, famiglie e imprese energivore potranno realizzare la transizione energetica necessaria a modernizzare il Paese.

Il decreto inizialmente non aveva ricompreso, però, al suo interno la proroga del mercato tutelato, in scadenza il prossimo 10 gennaio.

Nella successiva riunione del Governo si è provveduto, così, ad approvare alcune specifiche modifiche e integrazioni al decreto del 27 novembre.

In particolare, le disposizioni aggiuntive risultano finalizzate a disciplinare il passaggio graduale al mercato libero dei nove milioni di utenze domestiche che ancora usufruiscono del mercato tutelato, rafforzando al contempo gli strumenti finalizzati a prevenire ingiustificati aumenti dei prezzi e possibili alterazioni delle condizioni di fornitura di energia elettrica.

L’obiettivo governativo è quello di

  • assicurare a circa quattro milioni e mezzo di famiglie “vulnerabili” di continuare a usufruire di forniture di energia elettrica a prezzi calmierati anche a seguito della liberalizzazione del mercato, prevista dalla legge annuale per il mercato e la concorrenza (L. n. 124/2017) e dagli obiettivi del PNRR previsti nel 2021 come condizione per il pagamento della terza rata;
  • assicurare la massima informazione e le migliori condizioni nel passaggio al mercato libero dell’energia elettrica, che già riguarda circa 21 milioni di famiglie, anche alle altre quattro milioni e mezzo di utenze che corrispondono alle famiglie, attualmente nel mercato tutelato.

Limitatamente alla fornitura di energia elettrica in favore delle famiglie non vulnerabili, entro il 10 gennaio 2024 si procederà all’individuazione degli operatori economici che subentreranno nella fornitura.

Gli utenti interessati dal passaggio al mercato libero saranno destinatari di una specifica campagna informativa, nonché i principali beneficiari di una costante attività di monitoraggio sulle attività degli operatori e sull’andamento dei prezzi definita dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA), in collaborazione con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e con il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative.

Inoltre, vengono previste anche semplificazioni relativamente al trasferimento della domiciliazione bancaria per il pagamento delle bollette, di cui viene prevista l’emissione con cadenza necessariamente bimestrale, ferma restando la libertà dell’utente di scegliere un fornitore diverso da quello assegnato all’esito delle procedure competitive e una differente modalità di pagamento.

Ricostruzione post-calamità più veloce, le novità

Nella seduta del 5 dicembre 2023, il CdM ha approvato in esame definitivo anche un disegno di legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità che introduce un quadro giuridico uniforme per il coordinamento delle procedure e delle attività che si rendono necessarie, nelle fasi conclusive e successive allo stato di emergenza, nei territori colpiti da eventi calamitosi.

Il provvedimento conferma la figura del commissario straordinario, che però non sarà “di norma” sempre il presidente della Regione colpita dalla calamità di rilievo nazionale.

Dunque, al di là di una figura politica, il commissario potrà essere anche una persona scelta, in alternativa, tra “soggetti dotati di professionalità specifica e competenza manageriale per l’incarico da svolgere, tenuto conto della complessità e rilevanza del processo di ricostruzione”.

Tale commissario, coadiuvato da una struttura di supporto individuata con Dpcm, entro sei mesi dovrà predisporre un «piano generale pluriennale» da sottoporre al Governo con il quadro dei danni e il fabbisogno finanziario.

La volontà è quella di accelerare lo «stato di ricostruzione di rilievo nazionale».

Il piano prevede una ricostruzione più rapida in caso di terremoti, alluvioni o frane, che dovrà avvenire al massimo in 5 anni, prorogabili a 10.

Sono, poi, previsti due fondi: uno per finanziare gli interventi e l’altro per pagare il lavoro della struttura.

Di grande rilievo la “cabina di coordinamento”, che riunisce tutte le istituzioni coinvolte a vario titolo nelle scelte e nelle decisioni che finiscono nelle ordinanze.

Molto importante anche l’altro organismo, rappresentato dal dipartimento Casa Italia, un dipartimento di Palazzo Chigi che assume il ruolo di principale struttura statale chiamata a gestire il ritorno alla normalità, una volta esaurita la fase dell’emergenza che è, invece, affidata alla Protezione Civile.

Il Ddl affida al dipartimento Casa Italia lo stato di “ricostruzione di rilievo nazionale”, e definisce  un modello unico di ricostruzione delle aree colpite, atto a garantire certezza di durata, stabilità e velocità dei processi di ricostruzione.

Semplificazioni normative

Infine è stato approvato un disegno di legge per la semplificazione normativa, in cui si definiscono i principi e i criteri direttivi generali per l'esercizio delle deleghe legislative, nonché le misure volte al miglioramento della qualità della normazione.

Nel quadro delle riforme volte alla semplificazione inserite nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il testo prevede l’introduzione nell’ordinamento di una nuova “legge annuale di semplificazione normativa” quale strumento di periodica revisione della legislazione nei settori che saranno individuati di anno in anno.

La legge sarà adottata, in seguito a specifiche consultazioni pubbliche e sulla base delle proposte pervenute dai Ministri competenti, entro il 30 giugno di ogni anno, con scopi di semplificazione, riordino e codificazione della normativa vigente, anche mediante delega legislativa.

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