Legge delega riforma fiscale, tutti i decreti attuativi

Pubblicato il



Legge delega riforma fiscale, tutti i decreti attuativi

Tra la fine del 2023 e l'inizio dell’anno 2024 sono approdati in Gazzetta Ufficiale i primi decreti attuativi della Legge delega per la riforma fiscale.

Si ricorda che la Legge n. 111 del 9 agosto 2023, recante “Delega al Governo per la riforma fiscale”, prevede appunto una delega all’Esecutivo per la revisione del sistema tributario, da attuare entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, mediante l’emanazione di “uno o più decreti legislativi”.

La legge, che si compone di 23 articoli, distribuiti in cinque titoli, è entrata in vigore il 29 agosto 2023.

All'articolo 2 si individuano i principi generali cui il Governo deve attenersi nell'esercizio della delega:

  • stimolo della crescita economica e alla natalità;

  • prevenzione e riduzione dell'evasione e dell'elusione fiscale attraverso l'aumento dell'efficienza della struttura dei tributi e la riduzione del carico fiscale;

  • razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario e revisione degli adempimenti dichiarativi e di versamento per i contribuenti.

Per approfondire si rinvia al post: Delega al Governo per la riforma fiscale, Legge in vigore”.

Dopo l’entrata in vigore della legge di riforma fiscale, un altro importante passaggio è stato quello della preparazione degli schemi dei decreti legislativi, che dovevano essere consegnati entro il 20 settembre 2023 al Comitato tecnico istituito presso il MEF.

A tale Comitato di coordinamento generale è stato affidato il compito di verificare i suddetti schemi, in particolare per valutarne la coerenza complessiva con i principi ed i criteri direttivi, generali e specifici, stabiliti dalla legge delega (si veda: Riforma fiscale, a breve gli schemi dei Dlgs al Comitato tecnico.)

ATTENZIONE: Dopo i suddetti decreti legislativi attuativi settoriali, l'Agenzia delle Entrate, con un comunicato stampa del 13 marzo 2024, informa che sono in consultazione 9 bozze riguardanti i Testi unici per semplificare il sistema tributario. Il lavoro effettuato è stato quello di individuare norme vigenti del sistema tributario, che sono state riorganizzate per settori omogenei, oltre al coordinamento e all’abrogazione delle disposizioni non più attuali. Una volta approvati i Testi, le disposizioni potranno essere consultate, in maniera ordinata, ciascuna all’interno della relativa raccolta a tema.

Riforma fiscale, tutti i decreti attuativi

Come detto tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 hanno visto la luce i primi decreti legislativi delegati, emanati a seguito dell’entrata in vigore della legge delega di riforma del sistema fiscale italiano posta, tra le altre cose, tra le priorità individuate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

I decreti legislativi attuativi entrati in vigore finora sono il frutto di un iter iniziato con le proposte governative, a cui hanno fatto seguito i pareri delle Commissioni Parlamentari, la deliberazione finale del Governo e l'emanazione formale del Presidente della Repubblica.

I Decreti legislativi, attuativi della delega per la riforma fiscale contenuta nella Legge n. 111/2023 entrati in vigore sono i seguenti:

NOTA BENE: Dopo l’approvazione in via preliminare del 25 gennaio 2024, il Decreto legislativo su accertamento tributario e concordato preventivo biennale è approdato in Gazzetta Ufficiale n. 43 del 21 febbraio 2024. E' il D.Lgs 12 febbraio 2024, n. 13.

Il D.Lgs 12 febbraio 2024 n. 13, contiene disposizioni in materia di:

  • accertamento tributario, al fine di una migliore partecipazione del contribuente al procedimento accertativo e per rafforzare forme di cooperazione tra le amministrazioni nazionali ed estere;
  • concordato preventivo biennale, al quale potranno accedere i contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, residenti nel territorio dello Stato.

Con tale provvedimento, il concordato preventivo entra a titolo definito nell’ordinamento italiano: il biennio 2024-2025 sarà il primo d’applicazione e, solo per il primo anno, la partenza è decisa per il 15 giugno.

L'stituto definitorio è rivolto ai contribuenti di minori dimensioni che grazie all’innovazione tecnologica e all’uso dei dati a disposizioni del Fisco, mira a semplificare gli adempimenti e a favorire l’adempimento spontaneo.

L’Agenzia delle entrate formula una proposta per la definizione biennale del reddito derivante dall’esercizio d’impresa o dall’esercizio di arti e professioni e del valore della produzione netta, rilevanti, rispettivamente, ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap. L’accettazione da parte del contribuente della proposta di concordato impegna il contribuente a dichiarare gli importi concordati nelle dichiarazioni dei redditi e dell’Irap relative ai periodi d’imposta oggetto di concordato.

Al termine del biennio oggetto di concordato, permanendo i requisiti per l’accesso al concordato ed in assenza delle cause di esclusione, l’Agenzia delle entrate formula una nuova proposta di concordato biennale relativa al biennio successivo, a cui il contribuente può aderire negli stessi termini.

Riforma Fiscale: prosegue l'iter dei decreti legislativi di prima attuazione

Il Consiglio dei ministri dell’11 marzo, tra le altre cose, ha approvato, in prima lettura, il decreto legislativo contenente il riordino del sistema della riscossione e, in via definitiva, un provvedimento con le disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza, ai sensi dell’articolo 15 della Legge n. 111/2023 (Dlgs Giochi).

NOTA BENE: Il Decreto legislativo n. 41 del 25 marzo 2024, recante le disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 78 del 3 marzo 2024. Il provvedimento costituisce il quadro regolatorio di fonte primaria della disciplina dei giochi pubblici ammessi in Italia. Per approfondire l’argomento si rinvia al post: Settore del gioco pubblico. Al via la riforma con i limiti e le tutele”.

Entrambi i provvedimenti rappresentano punti nodali della Legge di riforma del sistema fiscale per la revisione del sistema tributario.

In attuazione dell'articolo 20 della Legge Delega della Riforma Fiscale, dunque, il Governo ha approvato, in esame preliminare, il Decreto legislativo sulla revisione del sistema sanzionatorio tributario. Per approfondire si invita a leggere il post: “Sanzioni tributarie: approvate le nuove misure” e "Riforma della riscossione: rate più lunghe in caso di difficoltà".

Tra le novità contenute nel decreto legislativo di riforma delle sanzioni tributarie sono ricomprese anche misure che rivedono i rapporti tra processo penale e processo tributario.

Con tale provvedimento si prevede per l’Agenzia delle entrate-riscossione (AdER) una pianificazione annuale volta ad assicurare la salvaguardia dei crediti tributari affidati dai vari Enti mediante il tempestivo tentativo di notifica della cartella di pagamento e degli atti interruttivi della prescrizione e la conseguente tempestiva gestione delle attività di recupero. Inoltre, si introduce, a decorrere dal 2025, l’istituto del “discarico automatico” dei ruoli affidati ad AdER decorsi 5 anni dal loro affidamento, ad eccezione di quelli i cui crediti sono oggetto di procedure secutive, concorsuali o di accordi di ristrutturazione del debito ai sensi del codice della crisi
d’impresa.

Decreti attuativi della riforma fiscale, tutte le novità

Il decreto legislativo di recepimento della delega fiscale in materia di fiscalità internazionale (Dlgs n. 209/2023) evidenzia tra le novità quelle relative alle agevolazioni previste per le persone e le aziende che scommettono sull’Italia.

In particolare, ha istituito una misura agevolativa che si propone di incentivare il trasferimento in Italia di attività economiche svolte in Paesi extra UE o SEE (cosiddetto reshoring) mediante la detassazione del 50% del relativo reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell'IRAP per il periodo di imposta in cui si verifica il rimpatrio e per i cinque periodi di imposta successivi.

La riforma interessa il tema della residenza fiscale sia delle persone fisiche che delle persone giuridiche ed è finalizzata all’allineamento del nostro ordinamento con la prassi internazionale e con la disciplina prevista dalle Convenzioni contro le doppie imposizioni, dando così maggior certezza giuridica.

Il decreto, inoltre, introduce in Italia il regime della tassazione minima globale. Per una lettura completa si rinvia al post: “Fiscalità internazionale in Gazzetta: nuovo concetto di residenza fiscale”.

Dopo la pubblicazione ufficiale del Dlgs n. 216/2023 sulla riforma dell'Irpef sono state pubblicate le istruzioni operative sulla prima parte della riforma fiscale che si applicherà nel 2024 e che prevede la riduzione delle aliquote da 4 a 3: la prima del 23 per cento per i redditi fino a 28mila euro; poi del 35 per cento per i redditi superiori a 28 e fino a 50mila ed infine del 43% sopra questa ultima soglia. Scompare quindi la vecchia aliquota del 25% che si applicava da 15 mila a 28mila euro di reddito.

La circolare n. 2/E del 6 febbraio 2024 fornisce agli uffici dell’amministrazione finanziaria le indicazioni per applicare correttamente le norme contenute nel decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216. Per un approfondimento si suggerisce di leggere anche: “Scaglioni e detrazioni Irpef, prime istruzioni sulla riforma”.

NOTA BENE: Ulteriori novità del 2024 riguardano, anche, la detrazione da lavoro dipendente con un aumento di 75 euro, la riduzione dell’ammontare delle detrazioni spettanti per alcuni oneri per i redditi sopra i 50 mila euro e l’abrogazione dell’agevolazione per la capitalizzazione delle imprese (ACE).

Tra i temi del Decreto legislativo n. 219/2023, che modifica lo Statuto diritti del contribuente, riveste importanza l’inserimento del principio del contraddittorio preventivo per tutti gli atti autonomamente impugnabili dinanzi agli organi della giurisdizione tributaria.

NOTA BENE: Il nuovo articolo 6-bis della Legge n. 212/2000, in vigore dal 18/01/2024, ha introdotto, per qualsiasi tributo, inclusi i tributi locali come l'Imu e ogni altra tipologia, salvo talune eccezioni indicate espressamente, l'obbligo di contraddittorio preventivo tra ente impositore e contribuente.

Le eccezioni per cui non vale il suddetto obbligo, si riferiscono agli atti automatizzati o sostanzialmente automatizzati, di liquidazione automatica e di controllo formale delle dichiarazioni, che saranno individuati in un apposito decreto del MEF.

La bozza del decreto attuativo del contraddittorio preventivo è sul tavolo del Ministero, che sta lavorando alla stesura dell’elenco di deroghe per gli "atti automatizzati o sostanzialmente automatizzati".

Al momento, sembra che la lista contenga 27 tipologie di atti esclusi, ma con possibilità di ampliamento. Il Dipartimento delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate si stiano confrontando: l’equilibrio da trovare è quello fra le tutele da assicurare ai destinatari delle richieste del Fisco e l’esigenza di non paralizzare la macchina della riscossione obbligandola a un laborioso negoziato preventivo a tutto campo.

Le novità in materia di contraddittorio preventivo hanno portato l’Agenzia delle Dogane a pubblicare la circolare n. 2/2024 in data 17 gennaio, con la quale si chiarisce l'impatto che le nuove disposizioni sul contraddittorio hanno nelle procedure di controllo delle dichiarazioni doganali. Al riguardo, si consiglia di leggere il post: “Contraddittorio preventivo nel Fisco: chiarimenti in materia doganale”.

Ricevi GRATIS la nostra newsletter

Ogni giorno sarai aggiornato con le notizie più importanti, documenti originali, anteprime e anticipazioni, informazioni sui contratti e scadenze.

Richiedila subito