Siciliotti deluso da Confindustria

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“La scelta di inserire le norme sugli Ordini nella manovra finanziaria ha già raggiunto il suo reale obiettivo politico” è l’amara conclusione di un intervento del presidente Cndcec, Siciliotti, in merito alla divisione tra Ordini e imprese provocata dall’inserimento, prima, e lo stralcio, poi, della liberalizzazione delle professioni nella Manovra correttiva.

Di fronte ad una manovra carente sui tagli dei costi della politica, con tagli alle agevolazioni fiscali e introduzione di “patrimonialine” mascherate sui titoli, Confindustria come prima critica sottolinea il rammarico per la mancata abolizione degli Ordini.

Al contrario di quanto avvenuto, ci si sarebbe aspettata una “maggiore visione strategica” da parte delle imprese nei confronti di chi è al loro fianco combattendo contro la pericolosità delle nuove norme (come per gli accertamenti esecutivi).

Siciliotti, infine, ribadisce che una riforma è necessaria anche se il restyling dovrebbe toccare molti ordinamenti professionali che non sono moderni come quelli dei commercialisti italiani, in cui non esistono numeri chiusi, limitazioni geografiche e con all’attivo la presentazione di un disegno di legge sulla possibilità di svolgere la professione in forma societaria anche con soci di capitale.
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