Appalti: i contributi in solido, le retribuzioni evaporano
Pubblicato il 27 settembre 2018
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© Carlo Rampioni
Tempo fa l’impresa di pulizie “Omnia munda mundis srl” salì alla ribalta delle cronache per aver acquistato macchinari di ultima generazione da destinare alla pulizia industriale, esternalizzando mediante appalto tale attività; così i membri della cooperativa aggiudicataria erano tutti intenti a detergere, sanificare e ramazzare.
Ma si sa, può accadere che la polvere non venga rimossa e venga solo nascosta sotto al tappeto. Infatti è accaduto che l’appalto è stato dichiarato illecito e che la cooperativa ha cessato di operare qualsiasi tipo di pagamento: stop a versamenti contributivi, assicurativi e retributivi. Da un giorno all’altro la polvere è rimasta proprio nelle tasche dei dipendenti!
I sindacati hanno subito cominciato a inviare informative e richieste di intervento all’Ispettorato. Nel corso di un incontro, i vertici territoriali dell’Ispettorato del lavoro hanno messo in evidenza che sull’argomento si è da poco pronunciato l’INL: “Dal punto di vista previdenziale opera la regola solidaristica, quindi sono obbligati al versamento sia l’appaltatore che l’utilizzatore – sancisce il responsabile del servizio ispezione del lavoro – Sulle retribuzioni il discorso cambia: la diffida accertativa può essere adottata solo nei confronti della cooperativa, per invocare la solidarietà retributiva i lavoratori devono andare in giudizio…” (INL, Circolare n. 10 dell’11/07/2018).
Immediata la reazione infastidita dei sindacalisti: “E per quale motivo? Il lavoratore in questo caso è un creditore che in forza del principio solidaristico, positivizzato dalla normativa in essere, può richiedere il pagamento a tutti gli obbligati in solido – afferma con fermezza un difensore dei lavoratori – Che facciamo, se si tratta di contributi sono tutti debitori, se si tratta di retribuzioni no?”.
“Anche a me sembra tutto un po’ contraddittorio – esordisce con sarcasmo un altro – ma d’altronde nessuno può dare lezioni di coerenza, perché come canta Caparezza “mi contraddico facilmente, ma lo faccio così spesso che questo fa di me una persona coerente” (Chi se ne frega della musica – 2011).
Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza
Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
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