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È reato stipulare un contratto di nolo a caldo senza l'autorizzazione della stazione appaltante

27/07/2012 In caso di nolo a caldo in regime di appalti pubblici, laddove non sia stata richiesta l'autorizzazione della stazione appaltante come disciplinata dall'art. 118 del D.lgs. n. 163/06 (Codice dei Contratti Pubblici), s'incorre nell'ipotesi di reato prevista dall'art. 21 della L. 646/1982, in quanto il nolo a caldo è equiparato al contratto di subappalto qualora abbia un importo superiore al 2% o a €. 100.000 del valore dei lavori affidati, e comunque il costo della mano d'opera, espletata in cantiere, risulti superiore al 50% dell'importo del sub-affidamento.
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Il subappalto pubblico di servizi richiede l’autorizzazione della stazione appaltante

20/07/2012 L’ente pubblico Beta indice una gara per l’affidamento del servizio di pulizia. Alfa S.r.l. si aggiudica il servizio e parte dello stesso viene subappalto a Gamma S.a.s., senza il rilascio dell’autorizzazione da parte della stazione appaltante, sul presupposto che l’appalto abbia per oggetto servizi e non opere. Tuttavia l’autorizzazione è necessaria anche negli appalti di servizi.
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Negli appalti pubblici costituisce reato subappaltare senza l’autorizzazione della stazione appaltante

15/06/2012 In caso di appalti pubblici, l’appaltatore, prima di procedere a subappaltare l’opera, deve necessariamente richiedere l’autorizzazione alla stazione appaltante. In caso contrario, ove affidi la realizzazione dei lavori senza preventiva autorizzazione, incorre nella violazione dell’art. 21 L. 646/1982 che punisce il contravventore con la pena dell’arresto e dell’ammenda.
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Negli appalti pubblici c’è responsabilità solidale del committente?

08/06/2012 I lavoratori dipendenti di Alfa S.r.l. sporgono alla DTL denuncia per mancato pagamento delle retribuzioni maturate nel corso dei lavori svolti in esecuzione di un appalto pubblico, assegnato alla società datrice di lavoro dal Comune Gamma per la costruzione di un plesso di scuola materna. I lavoratori possono richiedere per il pagamento delle spettanze maturate l’applicazione del vincolo di solidarietà, disciplinato nei contratti pubblici principalmente dall’art. 1676 c.c. e dall’art. 118, comma 6, del D.lgs. n. 163/2006. Non sembrerebbe possibile allo stato attuale invocare l’applicazione dell’art. 29, comma 2, del D.lgs. 276/2003, in quanto il regime di responsabilità solidale previsto da tale disposizione normativa non può essere invocato in caso di appalti pubblici. Per ragioni di completezza va in ogni caso sottolineato che sul punto c’è una timida apertura giurisprudenziale, che sembra paventare invece un’applicazione dell’art. 29, comma 2, del D.lgs. 276/2003 anche ai committenti pubblici.
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In caso di appalto senza DURC si bloccano i lavori

01/06/2012 In caso di appalto o sub-appalto, il committente e/o l’appaltatore devono verificare attentamente che l’impresa alla quale affidano i lavori sia in regola con i requisiti tecnico-professionali previsti dal Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, in particolare dall’art. 90 del D.lgs. 81/2008 e successive modifiche e integrazioni. La mancanza di tali requisiti comporta la sospensione del permesso di costruire e l’interruzione dell’esecuzione del contratto.
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Non è possibile ricorrere al Tribunale prima dell'ordinanza-ingiunzione

25/05/2012 Gli ispettori del lavoro adottano nei confronti dell’Impresa Beta verbale unico di accertamento con cui rilevano un’errata qualificazione di parte dei rapporti di lavoro instaurati dall’impresa medesima. L’Impresa Beta promuove ricorso al Comitato Regionale per i Rapporti di lavoro avverso il verbale, censurando l’operato degli ispettori. Il Comitato adotta provvedimento di rigetto del ricorso. L’Impresa Beta non può opporre tale decisione davanti al Tribunale territorialmente competente, in quanto deve attendere l'ordinanza-ingiunzione.
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Inammissibile il ricorso al TAR avverso il provvedimento di prescrizione

18/05/2012 Gli ispettori del lavoro della DTL effettuano un accesso ispettivo presso un cantiere edile ove constatano la presenza al lavoro di alcuni dipendenti dell’Impresa Alfa S.r.l. Nell’occasione gli ispettori riscontrano violazioni in materia di sicurezza del lavoro e adottano provvedimenti di prescrizione con i quali obbligano il contravventore Caio, legale rappresentante dell’Impresa Alfa S.r.l., alla rimozione degli illeciti e al ripristino delle condizioni di regolarità. Caio ritiene che la contestazione mossa dagli ispettori sia illegittima e i provvedimenti di prescrizione meritevoli di annullamento: per tale motivo non ottempera alle prescrizioni e solleva le proprie doglianze solamente dinanzi al giudice penale, ambito in cui potrà spendere ogni argomentazione difensiva utile per conseguire una sentenza a sé favorevole.
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Per le sanzioni occorre la diffida anche se il rapporto di lavoro è terminato

11/05/2012 Caio, dipendente a tempo indeterminato dell'Impresa Beta S.r.l., all'atto dell'assunzione non riceve la lettera di assunzione. Dopo circa un anno il rapporto di lavoro si conclude, ma l'Impresa Beta S.r.l. omette di corrispondere al lavoratore l’ultima retribuzione, il TFR e il prospetto paga relativo. Oltre all'adozione della diffida accertativa per crediti patrimoniali, l'organo di vigilanza, al fine di sanzionare gli illeciti riscontrati, deve necessariamente adottare atto di diffida ai sensi dell'art. 13 D.lgs. 124/2004, in quanto l'avvenuta conclusione del rapporto di lavoro di Caio non esclude la sanabilità dell’illecito e, pertanto, non è ammissibile sanzionare in maniera diretta gli illeciti riscontati.
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Socio e lavoratore subordinato: i limiti per l’applicazione della maxisanzione

30/04/2012 Il socio di minoranza di società di persone che conferisce la propria opera all’interno dell’azienda in esecuzione del contratto sociale e che dichiara presso la Camera di Commercio la propria partecipazione ai lavori non è suscettibile di maxi-sanzione laddove affianchi a tale vincolo societario un rapporto di lavoro subordinato non comunicato mediante modello UNILAV, in quanto si esclude la volontà di occultamento di quest’ultimo rapporto. In caso di ispezione ci sarà solo il recupero contributivo, ma il lavoratore non verrà considerato “in nero”.
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Socio e lavoratore subordinato: i limiti per l’applicazione della maxisanzione

30/04/2012 Il socio di minoranza di società di persone che conferisce la propria opera all’interno dell’azienda in esecuzione del contratto sociale e che dichiara presso la Camera di Commercio la propria partecipazione ai lavori non è suscettibile di maxi-sanzione laddove affianchi a tale vincolo societario un rapporto di lavoro subordinato non comunicato mediante modello UNILAV, in quanto si esclude la volontà di occultamento di quest’ultimo rapporto. In caso di ispezione ci sarà solo il recupero contributivo, ma il lavoratore non verrà considerato “in nero”.