Manovra 2023, tornano i buoni lavoro e la garanzia per le partite Iva degli stranieri

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Manovra 2023, tornano i buoni lavoro e la garanzia per le partite Iva degli stranieri

Nel pacchetto di misure sul lavoro che sono entrate nel Ddl alla legge di bilancio per il 2023 anche il ritorno dei voucher.

Buoni lavoro fino a 10mila euro

Si tratta di buoni fino a 10mila euro per regolarizzare il lavoro occasionale in agricoltura, nel comparto horeca (hotellerie-restaurant-café), nei servizi alla persona e nell’assistenza domestica, che devono però accompagnarsi a controlli più rigidi.

Tale misura sembra richiamare i vecchi voucher lavoro, che erano stati abrogati nel 2017 e che solo l’anno seguente erano stati reinseriti come ticket lavoro.

I nuovi buoni sono stati accolti favorevolmente da Coldiretti, che vede in essi una importante opportunità “nelle campagne dove occorre lavorare con la semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese".

A questo punto è auspicabile un confronto con istituzioni e sindacati – secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – per "individuare le formule più adeguate che garantiscano maggiore semplificazione per le imprese e le necessarie tutele per i lavoratori agricoli".

Reddito di cittadinanza soluzione transitoria per il 2023

In conferenza stampa la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha spiegato che nel 2024 verrà fatta una riforma complessiva sul reddito di cittadinanza tanto da continuare a tutelare chi non può lavorare, disabili, anziani, famiglie senza redditi con minori, donne in gravidanza, mentre per gli altri il Rdc verrà abolito già nel 2023. Lo Stato – ha puntualizzato – deve aiutare le persone ad avere un posto di lavoro.

In attesa della riforma di questa misura di sostegno, per il prossimo anno è prevista una fase transitoria secondo la quale il Rdc non viene cancellato del tutto, ma viene introdotta una novità che riguarda gli abili al lavoro, cioè coloro che vengono ritenuti “occupabili”.

Tali persone, infatti, potranno continuare a ricevere l’integrazione al reddito ma solo per 8 mesi invece delle attuali 18 rinnovabili, e al rifiuto della prima offerta di lavoro congrua perderanno il sussidio. Per loro il RdC verrà, comunque, abolito alla fine del 2023.

Tra i requisiti per percepire il reddito di cittadinanza viene prevista:

  • la presenza sul territorio nazionale e la partecipazione a corsi di formazione o riqualificazione professionale (possibili grazie al fondo sociale europeo) di almeno sei mesi.

Stranieri extra Ue che aprono la partita Iva in Italia

Nella Manovra finanziaria per il prossimo anno anche la dazione di una fideiussione per gli stranieri extra Ue che aprono la partita Iva in Italia.

La disposizione ha come obiettivo quello di porre un freno all'evasione generata dalle attività “apri e chiudi”, intestate a soggetti stranieri irrintracciabili o nullatenenti che aprono partita Iva senza versare contributi ed imposte, per poi chiudere prima che il Fisco riesca a terminare i controlli.

NOTA BENE: L’importo della garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa in favore delle Entrate, al momento dell'attribuzione del numero di partita Iva a una persona fisica avente cittadinanza in uno Stato estero non appartenente all'Ue ovvero a un soggetto, diverso da una persona fisica, residente in uno Stato estero non Ue, dovrebbe essere di 10 o 20 mila euro.

Tale obbligo, secondo l'impianto del Ddl di bilancio, non scatterebbe immediatamente alla richiesta di apertura della partita Iva, ma sorgerà solo in caso di esito negativo di specifiche verifiche in merito alla potenziale solvibilità dei soggetti richiedenti.

Nello specifico, nel caso in cui l’istruttoria non dia esito positivo scatterà la chiusura d'ufficio della partita Iva, che potrà essere eventualmente riaperta in seguito, solo dopo la presentazione della garanzia.

Lo Stato vuole evitare tali attività "apri e chiudi" non solo perché causa di evasione fiscale, ma anche in quanto fonti di concorrenza sleale generata dai prezzi più bassi che possono applicare gli irregolari rispetto ai soggetti che, invece, versano regolarmente le imposte.

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